Il 14 dicembre del 2011, quando abbiamo varcato la soglia di quel cancello, non potevamo immaginare cosa sarebbe diventato quello spazio, uno spazio che fino ad allora era stato abbandonato a se stesso per 7 lunghi anni.
Da quel giorno la nostra vita è cambiata, la vita di questo piccolo quanto stupendo paese di mare anche quella è inevitabilmente cambiata, non solo perchè c’è una struttura aperta a tutti che produce cultura, saperi ed informazione, ma soprattutto perchè da quel giorno è sotto gli occhi di tutti che è possibile vivere e vivere bene, senza padroni senza istituzioni senza proprietari.
14 dicembre 2011
Via Caduti sul lavoro 4. Quel grigio cancello segna il confine: ci separano la deturpazione, la privatizzazione , l’egemonia dell’uno sulla collettività. Pennelli e vernici sono le nostre prime armi per riqualificare l’esistente abbandonato, per restituirlo alla comunità, per cominciare a scrivere una nuova storia, una nuova strada possibile, da percorrere insieme. I sogni li coloriamo sulle pareti, ogni elemento è parte del cambiamento. Ma la rivoluzione che esplode non s’impiglia fra le mura del luogo: ‘in-festa’ l’aria e chi ne respira s’inebria. Cultura, saperi, sono l’alternativa per costruire un mondo nuovo, lontano dalle speculazioni, dall’emarginazione sociale, dalle brutture del potere etnocentrico, dal capitalismo e dalle lobby che ci devastano l’esistenza.
Guardiamo alle cose da un’altra prospettiva e ambiamo ad un’altra prospettiva di società. Opponiamo all’individualizzazione delle vite che il modello dominante somministra ad ognuno di noi, ogni giorno, l’esperienza dei rapporti di una comunità al lavoro e in ricerca, Ai processi di privatizzazione e, quindi, di esclusione dal welfare, opponiamo un modello di welfare non pubblico, ma di comunità e di autogestione. A coloro che criticano la “concorrenza sleale” di questo spazio, chiediamo, per un attimo, di cambiare angolo di osservazione; i nostri concerti, i nostri spettacoli teatrali, le nostre proiezioni, i nostri laboratori e i nostri corsi, hanno il fine della partecipazione e non del profitto. La partecipazione sociale è welfare: nei luoghi dove c’è più offerta culturale e sportiva, dove si partecipa di più alla vita di società, dove la solidarietà vince sull’interesse individuale, il benessere dei singoli e della comunità ne beneficia. Ne beneficia persino il welfare di stato, perché più benessere significa anche meno patologie.
All’ insegna del nomadismo, dell’autonomia e della cooperAzione, Zona 22 è un progetto a statuto speciale. Uno spazio, un’idea, un’ispirazione, un’immagine che ogni giorno assume forme nuove, uno spazio che vive nelle relazioni che in esso si intrecciano generando così nuove idee, nuove forme e nuove immagini. Zona 22 è ed è stato il luogo delle “altre possibilità”, il contenitore mobile che, all’ interno di una piccola cittadina di provincia, ha individuato e riattivato luoghi caduti in disuso, li ha convertiti e restituiti alla collettività. Uno spazio dove forte è ancora la necessità del fare e l’urgenza dell’agire creativamente. Una storia vorticosa ancora tutta da scrivere. A più mani.
Il prossimo 14 dicembre festeggeremo il secondo compleanno di Zona 22
Due anni di occupazione. Altri dovranno venire. Decidi di starci, ora!
PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
DALLE ORE 15 LIVE PAINTING SUI MURI DI ZONA 22
DALLE ORE 20 CENA COL QUARTIERE E CON LA POLISPORTIVA ARREMBAGGIO
DALLE ORE 22 DANCE FEVER disco live band IN CONCERTO
a seguire VINTAGE POP PARTY(e non torni!) in consolle:
La bancarella del Terrone(Napoli)
Roma trash all starz (Roma) |