Archivio per giugno, 2015

Stabilimenti SEVEL_CONTESTAZIONE INDETTA DAI SINDACATI DI BASE_luglio 2013

Stabilimenti SEVEL_CONTESTAZIONE INDETTA DAI SINDACATI DI BASE_luglio 2013

Dal Coordinamento provinciale di Chieti – SLAI COBAS veniamo a conoscenza della difficile e poco trasparente situazione occupazionale che stanno vivendo in questi ultimi giorni i lavoratori e le lavoratrici dello stabilimento abruzzese SEVEL. Le condizioni lavorative e contrattuali diventano ogni giorno più insostenibili e irrispettose nei confronti delle vite di chi da anni opera all’interno di quegli stabilimenti. Pochi giorni fa un iscritto al Coordinamento sindacale, operaio SEVEL, è stato inaspettatamente licenziato  dopo essere stato oggetto di pedinamento e sorveglianza a distanza a seguito di un precedente periodo di infortunio e successiva malattia. Condividiamo il COMUNICATO STAMPA che oggi, per denunciare il fatto, hanno reso pubblico gli attivisti SLAI-COBAS (CHIETI).

Diffondiamo e condividiamo.

COMUNICATO STAMPA

A seguito del consolidato e positivo trend semestrale di vendite commerciali, ci saremmo aspettati di poter finalmente condividere il reintegro delle centinaia di ragazzi/e esclusi a fine 2008,invece le comunicazioni affisse in bacheca annunciano ulteriori settimane lavorative antimeridiane e notturne da 48 ore e non il meritato calendario feriale.
Gli scoop occupazionali, pubblicizzati con la solita enfasi mediatica per placare i mugugni confaziendali e le preoccupazioni dei tartassati cittadini,dalle coscienze anestetizzate dalla spasmodica rincorsa al consumo di beni ad obsolescenza programmata e inclini a sfogare frustrazioni egoistiche e razziali sugli ultimi instillate da politicanti malavitosi,sono clamorosamente preceduti dall’arrivo di colleghi in distacco bimestrale provenienti dagli stabilimenti modello quali Pomigliano,Grugliasco e Cassino.
La selezione dei trasfertisti resta nello stabilimento abruzzese, solidale ed ospitale, come nel recente passato, poco trasparente e non corrispondente a criteri condivisibili quali lunghi periodi di cigs e/o carichi familiari, ma subordinata alla disponibilità a sottostare ai diktat dei dirigenti (postazioni lavorative e turnazioni).
La politica aziendale, concentrata sulla riduzione dei costi per il raggiungimento di unilaterali e non redistribuiti profitti, spacciati per condivisi elementi variabili di efficienza,è ottenuta grazie alla ridotta disponibilità giornaliera di materiali dpi,alla parziale chiusura del presidio infermieristico di lastratura,alla gestione dei corsi-formazione da SPP interni e alla paventata riduzione della pausa giornaliera del 25% (10′) grazie al “rigenerativo” e ” salutistico” sistema metrico ergo-uas, non può conciliarsi con la retribuzione di agenzie investigative utilizzate per la ricorrente caccia al presunto assenteista.
In questi giorni un altro nostro collega Luigi è rimasto vittima dei metodi usati nei regimi autoritari quali il pedinamento e la sorveglianza a distanza a seguito di un precedente periodo di infortunio e successiva malattia.
Tali ricorrenti provocazioni vengono aziendalmente adottate con l’obiettivo di licenziare lavoratori ritenuti scomodi e indesiderati in quanto agevolati dalla riforma dell’art.18 introdotta con la limitazione della tutela reale dalla legge 92/2012 (cd.Fornero) che consente la risoluzione del rapporto con la miserevole corresponsione di indennità economiche.(max24 mensilità)
Il deplorevole e discriminatorio licenziamento del nostro collega Luigi denota la disponibilità aziendale ad includere nella riduzione dei costi aziendali anche le risorse umane al contrario della loro valorizzazione sancita nel recente codice etico aziendale.
La pericolosità dell’inqualificabile deriva autoritaria non è più limitata ai rapporti interni con l’introduzione del ccsl e successivi akkordi normativi e retributivi ma inizia ad espandersi con indebite pressioni nelle decisioni ed i giudizi dei medici e delle commissioni degli enti pubblici socio assistenziali quali ASL-INPS-INAIL delegittimandone agli occhi dell’opinione pubblica il loro imparziale operato.
In nome di una competitività finalizzata al raggiungimento esclusivo di notevoli quantità produttive a discapito di un prodotto qualitativo si pretende dagli occupati, sempre più spremuti, la subordinazione delle loro vite alle esclusive esigenze aziendali di flessibilità e disponibilità.
Per i suindicati motivi,solidali con il nostro collega Luigi,proclamiamo lo sciopero dei turni straordinari previsti il 20-27 giugno e il 5 luglio 2015.

SLAI Cobas

16 giugno 2015

Una pagina del diario di Terre di Passaggio scritta in Abruzzo durante la manifestazione tenuta a Lanciano il 23 maggio 2015 contro le trivellazioni petrolifere.
60.000 persone sono scese in strada per dire NO OMBRINA, la prima di molte piattaforme petrolifere che potrebbero essere realizzate nell’Adriatico. In questo breve dodocumentario oltre alla narrazione della manifestazione ascoltiamo la voce di operatori turistici e ristoratori preoccupati per il loro futuro legato al mare, alla terra e minacciato dai petrolieri!

Il reportage è stato realizzato da Giovanni Lancellotti ed Emma Barbaro all’interno del progetto “Terre di passaggio. No triv bike tour”.

Per maggiori informazioni visita il sito http://www.forumambientale.org/terre-di-passaggio/

https://www.youtube.com/watch?v=obmTJu58IJc

Guarda gli altri video di Terre di Passaggio:

Inutile dirci che la manifestazione del 23 maggio a Lanciano, frutto dello sforzo di migliaia di abruzzesi, sia stata un successo. Che la partita contro la deriva petrolifera dell’Abruzzo sia tutt’altro che chiusa e che lo scontro con le lobbies petrolifere e il governo non sia affatto in discesa. Non è invece inutile, ma anzi necessario, ricordare che la partecipazione è stata un elemento centrale nella costruzione di quella manifestazione e ha minato l’idea che l’imposizione di un’opera inutile e dannosa come Ombrina possa trovare inermi i cittadini. Ha ristabilito un concetto fondante per la democrazia: la sovranità è del popolo! Questa è forse la più grande vittoria del 23 maggio, questo è il messaggio che con voce unanime hanno gridato decine di migliaia di persone: sulla terra nostra decidiamo noi, piaccia o no a Governo e petrolieri!
Per questo crediamo sia giusto rilanciare immediatamente la mobilitazione e continuare sulla strada che dal 29 marzo abbiamo efficacemente aperto all’interno dello spazio Zona 22. Una strada che ci ha portato all’enorme manifestazione del 23 maggio ed è stata espressione unanime di quella marea umana che ha deciso di determinarsi e di farsi popolo esprimendo il suo corale rifiuto ad Ombrina e alla petrolizzazione dell’Adriatico. Un “mare” di persone che ha voluto disegnare in modo inequivocabile una proposta per il futuro, un modello di sviluppo ecologicamente ed economicamente sostenibile per il territorio.
Abbiamo inaugurato una stagione nuova e condivisa del fare politica attraverso il confronto tra pari, la messa in comune di interessi differenti, ci siamo lasciati alle spalle le nostre identità per fonderci in un progetto comune. Che ha funzionato. Amministratori, cittadin@, operatori economici, associazioni ambientaliste: tutti@ unit@.
Vorremmo continuare con questo spirito la lotta perché questa è la sostanza che ci ha permesso di entrare nella storia e di fare di una piazza della provincia abruzzese la più ricca espressione di passione, di senso di comunità che la nostra piccola regione possa mai ricordare.
Per questo invitiamo tutt@ a continuare il percorso dei gruppi che abbiamo costituito prima della manifestazione con l’obiettivo di rilanciare un’agenda di mobilitazioni verso l’estate. Non dimenticandoci che l’opera di comunicazione e coinvolgimento di tutti quelli che il 23 maggio non erano al nostro fianco deve continuare.
Proponiamo di vederci il 14 giugno alle ore 17:30 a zona22.

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Ora sappiamo di essere tant@, più di loro, un popolo contro pochi. Non ci resta che vincere!