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Zona 22 nasce nel mese di luglio 2011 a San Vito Chietino (CH) in occasione di una mobilitazione spontanea di giovani capaci di avviare il recupero dell’ex sottostazione elettrica FS, sita in via Caduti sul lavoro.
L’idea iniziale che spinge le differenti individualità coinvolte nella condivisione di questa esperienza è la volontà di restituire un luogo da tempo abbandonato al proprio territorio, quindi la consapevolezza dell’importanza della riappropriazione degli spazi e delle risorse in un’ottica di equità.
Viviamo in un contesto caratterizzato dalla precarietà dei diritti (al lavoro, alla cultura, all’abitazione etc); dove gli individui sono spinti all’alienazione attraverso la pratica di uno sviluppo basato sul consumo e la massimizzazione dei risultati; dove gli individui sono continuamente rapinati del loro tempo, delle loro passioni e privati delle loro specificità, in altre parole, della loro libertà.
L’obiettivo di unire diverse personalità per un fine più elevato come la costruzione di un’alternativa non è facile, ma possibile e necessario.
Ci proponiamo una gestione partecipata ispirata ai principi del bene comune, svincolata dalle logiche di mercato e libera da “cappelli” politici e inquadramenti istituzionali. Pensiamo a come sperimentare e rendere tangibile l’autogestione di tempi, spazi ed emozioni.
In sostanza, stiamo costruendo un laboratorio socio-culturale, politico e ricreativo autogestito con/per la comunità e per la nostra autodeterminazione, dove alla logica proprietaria delle direzioni vogliamo contrapporre un modello di cooperazione e decisionalità diffuse, dirette ed orizzontali.
Il gruppo è fondato (conseguentemente) su valori imprescindibili quali la solidarietà, l’antirazzismo, l’antifascismo, il rispetto per la natura e gli altri animali, l’antisessismo e la laicità; si muove in un inquadramento ambientale e razionale, nel rispetto delle diverse sensibilità coinvolte, in cui tutte e tutti sono consce/i che il continuo confronto, il rifiuto di ogni dogmatismo, la personale rimessa in discussione, la partecipazione sociale attraverso assemblee, l’autoformazione, l’autoproduzione e la riduzione dei consumi siano i pilastri su cui poter dar vita ad una riappropriazione della politica equa e condivisa.
Solo attraverso forme dirette ed orizzontali di autorganizzazione le differenze individuali possono essere trasformate in forza motrice, il cui legame è rafforzato dalla sensazione di vivere un momento costituente per l’apertura di uno spazio pubblico del discorso e per fare dell’opposizione sociale dal basso un’azione concreta.

Zona 22

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