Archivio per la categoria ‘no eletrodotto’

fonte; http://meridionews.it/articolo/33088/parte-latlante-italiano-dei-conflitti-ambientali-no-muos-e-no-triv-al-parlamento-europeo/

«Altro che comitatini, qui c’è un filo comune di proposte e di un modello di sviluppo diversi». Non nasconde la soddisfazione l’europarlamentare Eleonora Forenza, membro della commissione Ambiente Envi del Parlamento Europeo, per aver riunito a Bruxelles vari rappresentanti delle lotte territoriali che, dal sud al nord d’Italia, vedono coinvolte sempre più persone. L’occasione è stata data dal lancio europeo dell’Atlante italiano dei conflitti ambientali, un progetto messo su dal Centro Documentazione Conflitti Ambientali e dall’associazione A Sud. E all’incontro era presente anche un po’ di Sicilia con ilcomitato No Triv/No Eni di Gela e il movimento No Muos.

«L’Atlante italiano dei confitti ambientali è la prima piattaforma web italiana geo referenziata, di consultazione gratuita, costruita assieme a dipartimenti universitari, ricercatori, giornalisti, attivisti e comitati territoriali – si legge sullo spazio online dell’iniziativa – che raccoglie le schede descrittive delle più emblematiche vertenze ambientali italiane. Dal Vajont a Casal Monferrato, da Taranto a Brescia, dalla Terra dei Fuochi alla Val di Susa, dalle zone di sfruttamento petrolifero alle centrali a carbone, dai poli industriali all’agroindustria, dalle megainfrastrutture alle discariche, un atlante delle emergenze ambientali italiane e delle esperienze di cittadinanza attiva in difesa del territorio e del diritto alla salute». Una mappatura partecipata e in continuo aggiornamento, pronta a raccogliere ulteriori segnalazioni.

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Nelle parole di Marica Di Perri, dell’associazione A Sud, «l’atlante è uno strumento di ricerca e di lotta, battersi per il proprio territorio non è più una questione di ambientalismo ma di giustizia sociale». Le fa eco Forenza: «La questione ambientale è l’asse sul quale si può improntare la questione meridionale – sostiene l’europarlamentare -. La normativa europea consente di agire nelle contraddizioni e nei buchi della legislazione italiana».

Quel che è emerso dagli interventi dei vari attivisti presenti – dai No Triv calabresi alla Rete Stop Biocidio di Napoli al No Ombrina abruzzese – è innanzitutto una sfiducia quasi totale nelle politiche energetiche italiane, alimentata dalla recente approvazione dello Sblocca Italia. La volontà comune però non è solo quella di accomunare un elenco di sfortune e di scempi ambientali, bensì di fare rete. Sollecitata più volte, la commissione Ambiente ha prima annunciato un’ispezione parlamentare all’Ilva di Taranto, per poi appuntare alcune proposte.

Come l’esigenza di una direttiva sulle bonifiche che sia organica e coerente e che rispetti il principio chi inquina paga, per la cui corretta applicazione si devono anche fermare le fonti inquinanti. Oppure la possibilità di disincentivi alle energie fossili e la necessità di rivedere le delibere sulla qualità sull’aria. E ancora: rivedere il meccanismo di procedura d’infrazione, perché molto spesso succede che l’Unione europea condanna ma l’Italia non si adegua, e tutto rimane immutato, se non nelle onerosissime multe che lo Stato è costretto a versare.

I comitati territoriali intanto si sono dati appuntamento per il 23 maggio a Lanciano, in Abruzzo, per una giornata di mobilitazione contro lo Sblocca Italia. Una lotta che si può vincere, a detta di molti, e che vede schierati insieme alla cittadinanza anche l’Anci e le Regioni. Tranne Basilicata e Sicilia.

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Evento FB

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Nella giornata del 24 gennaio 2014, a Lanciano si è assistito ad un incremento dell’attività da parte della forza pubblica. In tutta la città pullulavano posti di blocco da parte di carabinieri, polizia e municipale ma il pericolo da sventare con questa presenza così massiccia non erano bande criminali o feroci assassini, a preoccupare ed allertare così tanto le forze dell’ordine sono stati delle ragazze e dei ragazzi. Mentre al polo museale cittadino era in corso il progetto europeo “Oltreguardare – Tra memoria e cambiamento”, la ricostruzione della lotta contro la sangro chimica e la connessione con le lotte contro Ombrina e l’ Elettrodotto Villanova-Gissi attraverso una mostra fotografica, è stato giudicato come un problema di sicurezza la presenza di uno striscione di denuncia nei confronti del tentanto omicidio perpetrato a Cremona dall’organizzazione neofascista Casapound ed è stato rimosso. La forza pubblica ha ritenuto fosse il caso di recarsi nei pressi del Laboratorio 61, lo spazio autogestito in città che ha dato la possibilità ai giovani del territorio di riunirsi e progettare la manifestazione culturale coinvolgendo anche alcuni licei ed istituti tecnici e professionali, qui dopo un appostamento durato ore sono stati identificati due ragazzi e una ragazza responsabili del progetto europeo per un controllo di massima sicurezza. Vogliamo denunciare apertamente quanto accaduto nella nostra cara Lanciano per ribadire che non ci facciamo intimidire né da gruppi neofascisti come Casapound che aggrediscono chi anima gli spazi autogestiti come successo a Cremona, né da chi militarizza una città per scoraggiare la cooperazione sociale alla base di eventi culturali come quello di ieri. Il desiderio di trasformare l’esistente oggi è più forte di ieri.

Lab61, Samizdat

Nulla è presente negli uffici dell’Agenzia Regionale Per La Tutela Dell’Ambiente in merito alla centierizzazione dei lavori dell’elettrodotto Villanova – Gissi.
Nessuna comunicazione da parte di comuni e Terna sulla classificazione acustica, analisi ambientali.
Si confermano i dubbi alla base di questo progetto di speculazione del territorio abruzzese, ma gli indizi portano a prova chiarissime.

Clicca per leggere il documento ufficiale dell’Agenzia Regionale Per La Tutela Dell’Ambiente.

 

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Il nostro territorio, l’Abruzzo sta subendo da anni un aggressione sistematica, svenduto dai vari governanti del momento alle varie società, aziende, multinazionali, che in cambio di quattro spicci, in nome di un paventato sviluppo e progresso del nostro territorio, hanno contribuito in maniera sostanziale alla devastazione ambientale, sociale ed economica della  Regione Verde d’Europa.

Dopo il Centroli Olii di Tollo (CH), il Traforo del Gran Sasso (TE), la petrolizzazione dell’Adriatico, solo per citare alcuni esempi, questa volta la battaglia si sta concentrando sul progetto dell’ ELETTRODOTTO VILLANOVA-GISSI E OPERE CONNESSE di Terna SPA.

Zona 22 è presente fisicamente ed ideologicamente anche in questa battaglia.
Per questo motivo vi linkiamo una serie di documenti di approfondimento per capire in pieno il senso di questa battaglia:

Pagina principale con storia del progetto

 

Effetti sulla salute #1

 

Effetti sulla salute  #2 Dott. Zinni

 

Iter Procedimentale

 

Storia del Cast

Le rotte Adriatiche di Luigi Iasci