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Centinaia di persone hanno partecipato ieri a Marano ai funerali di Valerio “Spalletella” Basile, il ventottenne attivista dei centri sociali Insurgencia e Mezzocannone Occupato, e del presidio antidiscarica di Chiaiano, tragicamente scomparso nella giornata di sabato. Una cerimonia caratterizzata da momenti di grande commozione, conclusasi con un breve corteo funebre durante il quale i partecipanti hanno intonato “Bella Ciao” levando in alto i pugni. Intanto la squadra multietnica dell’Afro-Napoli United, recentemente promossa in seconda categoria e della quale Valerio era un acceso sostenitore e parte integrante del progetto, gli ha dedicato la vittoria del campionato nazionale Aics conseguita ieri ad Alba Adriatica. “Spalletella” lascia un vuoto incolmabile nella vita di tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di essergli accanto, lo testimonia la presenza alla cerimonia funebre di centinaia di amici e compagni, provenienti anche da Milano, Bologna, Roma, Abruzzo e Taranto, per porgergli l’ultimo saluto.

Non lo dimenticheremo!
Da zona 22 mi chiedono di scrivere un comunicato per Valerio, io gli ho scritto una lettera se può andar bene lo stesso…

 

A Valerio “spalletella”

 

19 ottobre 2013, Roma, tensione alle stelle, il nostro pezzo di corteo si stava avvicinando al consolato Tedesco, alcuni si staccarono e lo sanzionarono a suon di bomboni torce e bottigliate, noi stretti nei cordoni, ricordo i capelli di Silvia che si muovevano con lo spostamento d’aria ad ogni botto. Tra un cordone e l’altro c’era circa un metro, tra il nostro e quello davanti vedo Davide Chatto un po’ esagitato, che con tono da rimprovero urla a dei ragazzetti “sciolti” che “o state in cordone o Jatevenne”, dietro Davide c’eri tu con passo lento, come se stessi facendo una passeggiata sul lungo Tevere, forse avevi anche una mano nella tasca, con aria serena mi guardi e dici “ Ma cà fatt chist, è sciut pazz?” tu per me eri questo, serenità! Eppure non ci conoscevamo bene, voglio dire in maniera approfondita, ma si sa, tra compagni non importa, se sei un compagno sei a posto, le sfumature caratteriali non sono importanti, so che ti batti per un mondo migliore, anche se noi non lo vedremo mai, anche se ai nostri occhi è sempre peggio sto mondo di merda, e questo basta per fidarsi, per “pararsi il culo” a vicenda, per volersi bene, per amarsi.

Non so perchè l’hai fatto Valè, so solo che per me non è concepibile, perchè ho voglia di vivere e lottare, nonostante tutto, nonostante a volte penso che non so più come si fa, nonostante a volte non ne abbia voglia per niente, nonostante i mille problemi, nonostante i momenti bui, i vuoti, nonostante la nostalgia per i miei 20 anni vissuti con gioia e spensieratezza tra arresti, pestaggi e decine di denunce, perchè per ogni cosa negativa su sta terra ce ne sono tante che ti danno la gioia di vivere, ma non ti giudicherò mai fratello mio, hai scelto, e le scelte vanno rispettate.

Mi hai fatto versare una marea di lacrime, e ne sto versando ancora, mentre scorro le tue foto su sto maledetto facebook, mentre vedo quella della spaghettata a casa tua, alle 5 di mattina, dopo un dibattito a Napoli sulla violenza della polizia. Il giorno dopo, sono ripartito e tu dormivi ancora, tornato a casa in Abruzzo ho visto che mi avevi scritto un messaggio: “Mi dispiace non essere riuscito a salutarti ma nutro la speranza di rivederci presto dietro le barricate altrimenti un altro spaghetto, un abbraccio frate!”.

Il tuo gesto, intendo quello di toglierti la vita, mi ha fatto riflettere molto, sulle nostre relazioni, su quanto noi compagni spesso, pensiamo di essere immuni ai “mali” della società, ma noi siamo parte di questa società, siamo parte critica si, ma ci stiamo dentro e un po’ la cambiamo e un po’ ci cambia. Mi ha fatto riflettere su quanto si fatichi ad esporre un problema personale, perchè che vuoi che sia di fronte al surriscaldamento globale, alla mancanza di diritti e a chissà quale altro dramma universale…. e tu starai dicendo: “ Ed infatti è così, che vuoi che sia” eh si è così Valerio, e lungi da me pensare le assemblee come sedute di psicanalisi o autocoscienza, ma ci si deve parlare di più, pensare insieme COME si fa la rivoluzione, anche nei momenti informali, si deve trovare il coraggiuo di dire “ io per te ci sono sempre” e non basta pensarlo, “ io ti voglio bene” e non basta intuirlo o lasciarlo intuire. Ho pensato che se è successo a te può succedere a qualsiasi mio compagno o compagna, può succedere anche a me di sentirmi solo in mezzo a tanti. E allora bisogna capire come uscirne collettivamente.

Ieri a me e Mariangela ci hai fatto fare 600 km per venire al tuo funerale San Vito-Napoli Napoli-San Vito in meno di 10 ore, siamo anche arrivati in ritardo e pioveva a dirotto, il Chatto ha detto: “Chist e iss, ci sta pisciann n’ cap, perchè l’amm purtat rind a na chiesa!” ma mi ha fatto bene condividere le lacrime, scambiarsi gli sguardi, abbracciarsi e stringersi forte quasi a volersi mescolare, con chi ti è stato sempre vicino, con i tuoi compagni che poi sono anche i miei, come mi fa bene scriverti queste parole.

Quando sono arrivato davanti ad Insurgencia ti ho cercato con lo sguardo, sempre lì, alla sinistra di Pietro, solo mezzo metro più in giù,come in ogni immagine che ho di te impressa nella mente, in ogni foto, ma tu non c’eri e nemmeno Marcos, c’era però tuo fratello Paolo, che ti somiglia tanto, che sembrava forte e consolava tutti tranne me, a me mi ha fatto piangere quando mi ha detto, “Ora vi vengo a trovare a Zona 22 ,che mò prendo la patente, fino a mò non l’ho presa che mi portava sempre in giro chillù strunz” che poi saresti tu!

 

Ciao Valè!

Fabiano

commenti
  1. benedetta ha detto:

    hai scritto una lettera bellissima Fabiano…..

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